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05/05/2010

Aspettiamo misure correttive agli errori del PSR

 

Aiab Umbria e Pro.Bio sollecitano la nuova Giunta Regionale
ad affrontare subito le questioni legate al settore del biologico.

«Aspettiamo misure correttive che compensino gli errori del PSR»

 


In una lettera indirizzata al Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e all’assessore all’agricoltura Fernanda Cecchini, Vincenzo Vizioli – presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica in Umbria – propone da subito un dialogo franco e costruttivo, tra chi ha compiti di governo e chi rappresenta il mondo del biologico umbro .

L’agricoltura italiana è in forte disagio poiché le speculazioni di mercato fanno si che i prezzi riconosciuti ai produttori sono insufficienti a coprire i costi di produzione. «Da questa crisi non è esente il biologico, e l’Umbria – spiega Vizioli - è uno degli esempi negativi di applicazione del Piano di Sviluppo Rurale».

Infatti, a causa di misure che penalizzano il biologico rispetto a metodi convenzionali - o comunque colture a maggior impatto ambientale - sono molti gli operatori che escono dal biologico, e forte è la diminuzione delle superfici investite. Dai dati del Ministero risulta che nel solo 2008 in Umbria hanno cessato l’impegno 125 aziende (-8,3%), con una perdita di 7.439 ettari (-18.9%).

«I dati 2009 non sono ancora ufficiali – continua il presidente dell’Aiab Umbria - ma sappiamo per certo che questa tendenza negativa si è ripetuta, se non ulteriormente amplificata: se i seminativi diminuiscono, l’assenza totale di misure per la zootecnia sta letteralmente cancellando un settore strategico per le nostre aree montane».
Ad altri metodi di agricoltura vengono riconosciuti premi che invece sono negati agli operatori del biologico i quali usano fertilizzanti organici, fanno le rotazioni, non usano diserbanti, non fanno trattamenti antiparassitari.
A livello nazionale, non solo l’Italia ha perso il primato continentale in termini di aree biologiche, ma è anche l’unico Paese in Europa dove le superfici convertite al biologico sono diminuite: una dimostrazione di fallimento di tutti PSR che invece di accompagnare i produttori italiani verso una buona opportunità di reddito, ne vengono scoraggiati.
Insomma, un’inversione di tendenza risulta urgente e necessaria. È per questo che sia l’Aiab Umbria che Pro.Bio (l’Associazione dei Produttori Biologici) chiedono azioni correttive che sappiano ridare il giusto riconoscimento a chi fa biologico lavorando per una revisione del PSR.
Augurando un buon lavoro al neo assessorato all’agricoltura e al Presidente, le associazioni sperano che questo possa essere parte attiva nei tavoli di confronto con le altre regioni. Una buona occasione potrebbe presentarsi in occasione del seminario che si terrà a Roma il 19 e il 20 maggio: è promosso all’interno del progetto Interbio del Mipaf ed è titolato “L’agricoltura biologica nelle politiche di sviluppo rurale comunitarie tra presente e futuro. Esperienze della programmazione 2007-2013 e prospettive nella riforma della PAC”.
 

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