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12/10/2010

Falsi limoni biologici argentini. Maxi sequestro nel Siracusano

Falsi limoni biologici argentini. Maxi sequestro nel Siracusano

Provenivano dall’Argentina ma erano destinati a finire sul mercato dei prodotti di agricoltura biologica pur non avendone i necessari requisiti quanto a modalità di coltivazione e di successiva «lavorazione». Per questo motivo i carabinieri di Siracusa, assieme al Nas di Ragusa, hanno fatto scattare il sequestro di oltre 150 tonnellate di limoni che si trovavano già nelle linee di lavorazione di un’azienda agrumicola di Cassibile, che sono state fermate. Sigilli anche per i maxi contenitori refrigerati dove erano custoditi gli agrumi. Due le persone denunciate in stato di libertà all’autorità giudiziaria: si tratta dei titolari dell’azienda nella quale sono stati trovati i «falsi» limoni biologici che hanno un valore di mercato di circa 300 mila euro. Quando i carabinieri sono entrati nello stabilimento, da un varco secondario, hanno trovato le linee in piena produzione e gli operai al lavoro: secondo quanto accertato dagli investigatori, i limoni argentini venivano privati di ogni etichetta e marchio identificativo circa la loro reale provenienza ed il tipo di lavorazione, venivano quindi «lavati» e immessi sul mercato dell’agricoltura biologica.

(fonte: corriere.it)

 

Il commento del Vicepresidente dell'Aiab Lillo Alaimo Di Loro

Mentre madre terra “ripartoriva” i suoi figli, i 33 minatori cileni della miniera di San Josè, lasciandoli amorevolmente uscire indenni dalle sue viscere dopo un travaglio durato 70 giorni, nelle pagine dei principali quotidiani echeggiava il racconto di una nuova presunta truffa a spese del made in Italy e dell’agricoltura biologica Siciliana. Un altro pugno di sciagurati che “spara sulla croce rossa della buona fede dei bio-consumatori” per tentare attraverso la contraffazione il facile affare. Una truffa da centinaia di migliaia di euro, per un grosso carico di limoni ( 150 tonnellate) provenienti, inequivocabilmente, dall’Argentina, da rimaneggiare e spacciare per limoni biologici siciliani. Una atto di “Pirateria commerciale a tutti gli effetti, magistralmente scoperta dalle forze dell’ordine. Un ennesimo attentato al mondo del biologico siciliano e ai suoi sforzi per strutturare quel sistema territoriale ( consorzi, cooperative, piattaforme etc) capace di valorizzare le produzioni e le vocazioni biologiche dell’isola; e difendere i numeri di tutto rispetto della Sicilia. Ancora al primo posto nel panorama del bio italiano, con 7.417 operatori del settore, di cui 6.736 produttori (+ 6,1 % rispetto al 2008). Il danno di immagine è enorme, ma ancora di più è il danno morale rispetto a tutti coloro che hanno stipulato un patto di “buon vivere”, tra chi produce senza avvelenare e chi consuma riconoscendo il valore degli altri. Oggi tutto il mondo del bio deve interrogarsi sulla efficienza e adeguatezza delle proprie regole, l’importanza è il valore della certificazione di prodotto e di processo biologico. Sull’attualità del sistema di certificazione che vede nel regolamento CE 834/2007, la norma di riferimento e che si basa sostanzialmente su un sistema di certificazione di parte terza, cioè operato da organismi di controllo, autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole e alimentari e a loro volta controllati dallo Stato e dalle Regioni. Insomma un sistema serio e strutturato. Ma come tutti i sistemi, perfettibile, e la cui efficienza dipende soprattutto dalle modalità di applicazione e dagli uomini che le pongono in atto. Aiab richiama tutti gli operatori del sistema, in primo luogo gli Organismi di Controllo, a vigilare con grande attenzione sull’operato dei propri ispettori e delle aziende controllate. La conformità dell’azienda bio e la certificazione dei suoi prodotti, non rappresentano solo l’attestazione della regolarità formale di un processo scandito da passaggi burocratici, ma il sigillo ad un patto preciso e la testimonianza di un atto di amore dell’agricoltore verso la “madre terra”. La legge prevede che sui controllori vi siano i controlli, dello Stato e delle Regioni. Questi controlli dovranno però essere puntuali e sostanziali. Cioè debbono basarsi sulla sostanza delle cose (come quelli egregiamente effettuati dai NAS a Cassibile) e non un ulteriore accanimento della burocrazia sugli organismi e di rimando sui cittadini produttori. Per discutere di questo Aiab ha indetto una Conferenza che si terrà a Roma il 25 novembre p.v., dove alla presenza degli stati generali del biologico, saranno illustrati i risultati di uno studio approfondito sul sistema di certificazione vigente per il biologico, sulle sue criticità e le proposte per migliorarne l’efficienza. In tempo di crisi globale il biologico è l’unico segmento dell’agroalimentare che mostra un trend in aumento, indicando inequivocabilmente una variazione di tendenza rispetto all’approccio sostenibile alle risorse, anche per questo, non bisogna tradire la fiducia dei milioni di consumatori responsabili che di questo successo sono il vero motore.

(fonte: aiab.it)

 

 

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