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28/04/2012

La festa delle chiavi a Città della Pieve

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"Questa è anche l’ultima occasione che abbiamo per festeggiare la nostra storia ed i nostri successi", dice Stefano Regio, presidente della Cooperativa “Il Cammino”, che da 25 anni lega il suo nome alla comunità di Città della Pieve, e che infatti sta per lasciare la gestione del servizio dopo un lungo operato che le ha fatto guadagnare la stima degli utenti, dei loro familiari, degli operatori dei servizi, delle istituzioni e della popolazione del territorio.

"Mai come in questo momento abbiamo sentito il bisogno di fare un bilancio della nostra attività. In questi decenni abbiamo realizzato molte cose. Abbiamo elaborato un metodo di lavoro e lo abbiamo affinato per adattarlo alla maggiore complessità dei fenomeni, abbiamo dato il nostro contributo alla conoscenza delle persone in trattamento attraverso ricerche e pubblicazioni che ci hanno permesso di dialogare con la comunità scientifica e di render noti i risultati del nostro lavoro.  
   Abbiamo avuto il coraggio di cambiare, di abbandonare il dogmatismo che caratterizza l’intervento di comunità, di ripudiare i metodi coercitivi a favore di una ricerca di consenso che pensiamo si debba fondare sulla validità delle proposte, sulla partecipazione ad un progetto condiviso, sul rispetto della libertà di scelta e della dignità delle persone.
   Abbiamo costruito una comunità aperta, in grado di interagire con il territorio, di recepire gli stimoli esterni e di evolvere verso forme di trattamento più flessibili, professionali ed efficaci. Ci siamo dotati degli strumenti per una reale personalizzazione dei programmi, ci siamo posti il problema di conoscere le persone in maniera approfondita prima di decidere quale fosse l’intervento più adeguato per ciascuna di esse.
   Abbiamo traghettato la comunità verso un modello a forte valenza terapeutica, perché riteniamo che i veri cambiamenti non si ottengono prescrivendo la virtù, ma avendo la forza di promuovere l’esplorazione di ogni parte di sé, sia essa buona o cattiva, consentendo ai processi di crescita di maturare attraverso la sperimentazione e l’errore.
   Abbiamo lavorato con tutti i familiari disposti a lasciarsi coinvolgere nel progetto terapeutico, pronti ad accogliere la loro richiesta d’aiuto ma anche il prezioso contributo che scaturisce dalla capacità di mettersi in gioco. Di loro abbiamo apprezzato la tenacia con cui combattono le avversità della vita, la resistenza nelle situazioni di stress, la pazienza con cui cercano di costruire percorsi di guarigione pieni di ostacoli e di passi indietro. 
   Abbiamo imparato molto anche dai nostri utenti. A loro va tutta la nostra gratitudine ed il ringraziamento per averci accordato fiducia, per il dono delle loro storie, per averci consentito di entrare nelle loro biografie uscendone più ricchi, più consapevoli e più umili. Abbiamo imparato che la salute di cui godiamo non è solo frutto dei nostri meriti personali, e per questo motivo sentiamo ancor più forte la responsabilità di curare la parte che dipende da noi. Non ci dimenticheremo facilmente di loro. Speriamo di essere ricordati con eguale affetto e riconoscenza.       
   Abbiamo collaborato con gli operatori di molti altri servizi consapevoli dei limiti del nostro compito e dell’importanza di incoraggiare le sinergie che potenziano gli effetti di ciascun intervento. Con questo spirito abbiamo sempre valorizzato il lavoro che altri hanno svolto con noi o prima di noi. La partecipazione di tanti colleghi alla cerimonia di premiazione è il nostro riconoscimento del contributo che essi hanno dato alla realizzazione dei percorsi terapeutici.
    Tutto questo però non è stato ritenuto sufficiente. L’Agenzia Capitolina sulle Tossicodipendenze ha deciso che il 30 aprile gli operatori della Cooperativa “Il Cammino” dovranno lasciare la comunità di Città della Pieve sostituiti da quelli del Ceis e della Cooperativa Integra. A quanto pare i requisiti richiesti per la gestione del servizio sono diversi da quelli che noi possiamo vantare. Non vogliamo, in questa lettera, gridare i motivi per cui ci è stata inflitta questa umiliazione e questa ingiustizia. Lo abbiamo già fatto in altre sedi. Siamo però certi che nulla hanno a che fare con il modo in cui abbiamo lavorato, né con i livelli di serietà e di professionalità che siamo riusciti ad esprimere.    
    I risultati fin qui ottenuti hanno dato lustro alle Amministrazioni Capitoline che si sono susseguite negli ultimi trent’anni, e la cui immagine ha tratto vantaggio da eventi periodici come la Festa delle Chiavi. Ora che questo enorme capitale di competenze, di saperi e di esperienza sta per essere dilapidato, sentiamo il bisogno di incontrare un’ultima volta gli amici che ci hanno apprezzato e sostenuto, gli utenti e gli ex-utenti, i familiari, i colleghi, la gente del posto e i rappresentanti delle istituzioni che hanno avuto modo di conoscerci. Abbiamo molto da festeggiare: 30 ex-utenti che hanno superato la dipendenza da sostanze, la nostra lunga storia, l’integrità e la coesione con cui abbiamo affrontato le prove difficili di questi ultimi anni, il senso di responsabilità che ci ha impedito di sacrificare i nostri valori e la nostra identità".
  
Gli operatori della comunità di Città della Pieve
e i soci della Cooperativa “Il Cammino”

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